Tehran girl

Tehran girl

Mahsa Mohebali costruisce un romanzo teso in cui ribalta il cliché della donna oggetto e ci racconta il presente e il passato del suo paese, l’Iran, con una scrittura senza filtri, esplicita e irriverente. Che non scende a compromessi con alcun tipo di censura. Ogni volta che qualcuno ti chiama per nome significa che gli servi. Ma stasera non ci sei per nessuno. Non ti va di incipriarti il naso, il mento e le guance. Di mettere il fondotinta, il fard, l'eyeliner. Di imbrattarti gli occhi. Ti mancano così come sono, al naturale. Ti manca essere te stessa. Te stessa? Cioè chi? Quando dici te stessa chi intendi esattamente? Elham è l’avvenente segretaria di un uomo d’affari della Repubblica Islamica. È abituata a essere compiacente e carina, a venire considerata solo per il suo aspetto e a ricevere ordini, anche da se stessa. Ma quando il capo le rivela che suo padre, di cui si sono perse le tracce da venticinque anni, è vivo e abita in Svezia, la maschera da bambola crolla e riaffiora la bambina cresciuta in un covo di comunisti durante gli anni della rivoluzione. È stata lei a denunciare la famiglia con le foto che i pasdaran avevano trovato nel suo quaderno? O qualcuno si è servito di lei per far saltare la copertura dei genitori e porre fine alla lotta politica che li stava portando alla rovina? Mentre cerca una risposta, Elham corre per Tehran sulla sua Peugeot, zigzagando tra il traffico, le faccende di lavoro, i pretendenti, la madre oppiomane, il fratello sfaticato e gli ex fidanzati che vivono ancora a casa sua. Attraverso continui balzi temporali Mahsa Mohebali costruisce un romanzo teso in cui ribalta il cliché della donna oggetto e ci racconta il presente e il passato del suo paese, l’Iran, con una scrittura senza filtri, esplicita e irriverente. Che non scende a compromessi con alcun tipo di censura.
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