Parlami di cose altre

Parlami di cose altre

La poesia di Rigato si colloca in un universo rarefatto nel quale residui di realtà, relitti dell’ordinario e del pesante, e memorie di essi, vengono strappati verso l’alto dalla loro sede, dalla loro funzione economica ed utilitaristica, fino a sfilacciarsi e a scomparire. In quell’universo, nel quale l’abitudine, l’avidità, la folla, il chiasso, la rappresentazione insomma, non è più neanche un ricordo, il verso di Rigato si libra in associazioni lente, inusitate, di pura invenzione, con le quali egli cerca “di inventare fiori nuovi, nuovi astri, nuove carni, nuove lingue.” (Arthur Rimbaud, Una stagione all’inferno). “Angelo o mago” che sia (ancora Rimbaud), Rigato saggia e scombina i limiti e i confini della parola e della sintassi in un sentire quieto ai limiti del civile comprensibile, ed oltre; nell’oltre dell’inesprimibile che è la durata bergsoniana, l’impossibile misura del tempo sospeso dell’estasi e del gioco: “silenzi che suonano la resa del tempo.” (...). (dalla prefazione di Dionisio Gavagnin).
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Dettagli Libro

  • Titolo: Parlami di cose altre
  • Autore: Massimo Rigato
  • Curatore:
  • Traduttore:
  • Illustratore:
  • Editore: Campanotto
  • Collana:
  • Data di Pubblicazione: 2025
  • Pagine: 112 p
  • Formato: Brossura
  • ISBN: 9788845618932
  • Narrativa - Classici

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