La vita degli animali

La vita degli animali

La sistematica, silenziosa uccisione quotidiana di milioni di animali è il peccato originale che in ogni momento si rinnova intorno a noi, senza peraltro che venga percepito in quanto tale. Non si tratta forse di una necessità perché l'umanità sopravviva? Così dicono anche i più illuminati, svelando la rozzezza di ogni etica che riguardi esclusivamente l'uomo. Sarà pure indubbia, quella necessità, ma l'uccisione rimane uccisione. E se un occhio etico esiste, deve essere capace di osservarla e giudicarla. Con questo libro Coetzee, non ha inteso aggiungere nuovi argomenti alla disputa sulla crudeltà verso gli animali, che risale plausibilmente a quando, nella remota preistoria, l'uomo passò alla dieta carnivora. Da consumato narratore ha voluto creare qualcosa di più efficace: una subdola insidiosa macchina romanzesca che obblighi il lettore ad avvertire in tutta la sua enormità una questione che generalmente si preferisce accantonare. Usando a questo fine un personaggio memorabile, Elisabeth Costello, anziana e popolare romanziera che riesce a mettere in crisi tutti i sapienti accademici, a cominciare da sua figlio, professore di fisica in una città universitaria 'politically correct' dove è stata inviata a parlare dei suoi libri. Con la sua voce pacata e implacabile, Elizabeth Costello parlerà invece delle vite degli animali e di come vengono maltrattate dagli uomini, così gettando i suoi ascoltatori in un insanabile imbarazzo: "Non hanno una coscienza, dunque siamo liberi di usarli per i nostri fini? Dunque siamo liberi di ucciderli?"
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