La fattoria del Coup de Vague

La fattoria del Coup de Vague

Rari sono gli scrittori capaci, come Simenon, di portare alla luce, sotto la corteccia della rispettabilità piccolo-borghese, un verminaio di menzogne e di rancori, di ricatti e di ferocie.«Simenon ci mostra l'abisso dietro le apparenze» - Fabio Gambaro, Robinson Ogni mattina, da tutte le case prospicienti la spiaggia denominata, quasi fosse un presagio, Le Coup de Vague (alla lettera: «il colpo d’onda»), avanzano, nella melma e nei banchi di sabbia lasciati dall’oceano che via via si ritira, i carretti dei mitilicoltori che vanno a raccogliere ostriche e cozze. Tra loro, Jean e sua zia Hortense, «coriacea, granitica, solida», quasi fosse «fatta anche lei di calcare». È Hortense, insieme alla sorella Émilie, con la sua «faccia da suora», a mandare avanti la casa e l’azienda. E dalle zie Jean si lascia passivamente coccolare e tiranneggiare: gli va bene così, ha una motocicletta nuova, le partite a biliardo con gli amici e tutte le donne che vuole, perché è un pezzo di marcantonio, con i capelli neri e gli occhi azzurri. Quando però la ragazza che frequenta da alcuni mesi gli annuncia di essere incinta, la monotona serenità della loro vita viene travolta da qualcosa che assomiglia proprio a un’ondata, improvvisa, violenta. A sistemare la faccenda ci pensa, naturalmente, zia Hortense: basta conoscere il medico giusto, e pagare. Ma qualcosa va storto, e Jean è costretto a sposarla, quella Marthe pallida, spenta e sempre più malata, di cui le zie si prendono cura con zelo occhiuto e soffocante...

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Biblioteca Adelphi 716 Nuovo 18,00 Acquista

Recensione del libro fornita da lottavo.it

Di Geraldine Meyer

Simenon mette al centro figure femminili specchio di quella che, ormai in modo quasi unanime, è stata definito una radicata misoginia che disegna la donna come “croce e delizia”. Epperò non si può non notare come anche tra queste pagine il gioco della preda e del cacciatore, della vittima e del carnefice, tra uomo e donna, sia un sottile e permeabile confine di complicità. Non sfugge, anche in queste pagine, la straordinaria capacità di Simenon di costruire una storia in cui la crudeltà non appare come un accidente ma, semmai, come qualcosa di tanto inevitabile quanto umanamente comprensibile. Una commedia umana, dicevamo, in cui tutti hanno un motivo e, per questo, nessuno può dirsi né innocente né colpevole...

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