Piazza Bologna. Alle origini di un quartiere «borghese»

Piazza Bologna. Alle origini di un quartiere «borghese»

Negli anni Venti e Trenta Roma conosce una impetuosa trasformazione. Gli sventramenti al centro, la nascita delle "borgate ufficiali", l'edificazione di nuovi quartieri ridisegnano il tessuto urbano della città. Il regime fascista carica queste trasformazioni di significati simbolici, lavorando allo stesso tempo sulla composizione sociale del territorio, cercando di accompagnare gli interventi edilizi con un'operazione di consenso nei confronti dei soggetti destinati ad abitare nelle nuove zone. I quartieri intermedi per la piccola e media borghesia, strategici per una città fortemente caratterizzata dalla vocazione terziaria, rappresentano il volto meno conosciuto di questa storia. Questo volume, frutto di una attenta e capillare ricerca sul territorio, racconta lo sviluppo di uno di questi quartieri, muovendosi sul doppio binario dei meccanismi edilizi che sottendono alla sua costruzione e delle dinamiche sociali della popolazione che lo abita. Ne emerge un quadro articolato, in cui piazza Bologna con il "moderno" edificio delle poste si colloca a metà fra una zona alta a ridosso della via Nomentana ed una più popolare verso la via Tiburtina. Ricostruisce i legami del quartiere con il regime, che attraverso una propaganda capillare lo esalta come modello di modernità urbana, eleganza e decoro riuscendo, almeno in apparenza, nel proposito di fare del quartiere di Mussolini una roccaforte di consenso.
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