... Mi pare un imbroglio che non so come definirlo...

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Nel 1757 il giovane Giacinto Dragonetti si reca a studiare a Napoli alla cattedra di Antonio Genovesi. L'incontro segnerà tutta la sua vita di intellettuale, di giurista e di uomo di stato. Come moltissimi altri illuministi meridionali di quegli anni, Dragonetti farà propri gli insegnamenti genovesiani cercando sempre di attuarli concretamente come magistrato, come conservatore d'azienda in Sicilia e come ministro del Regno. Le lettere indirizzategli dalla madre, qui raccolte, riguardano appunto tale periodo di studi napoletani. Il loro interesse è duplice. Non solo infatti ci permettono di seguire la formazione culturale dell'autore in una capitale europea in pieno fermento intellettuale ed alla vigilia di importanti riforme politiche ma, consentendoci di entrare anche nelle piccole cose quotidiane, ci svelano un profilo dell'autore nuovo e più intimo, specchio fedele di una provincia minore ma non meno vitale.
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