Il potere estero delle Regioni. Continuità e discontinuità delle ricostruzioni teoriche e della prassi applicativa nella transizione dal modello originiario...

Il potere estero delle Regioni. Continuità e discontinuità delle ricostruzioni teoriche e della prassi applicativa nella transizione dal modello originiario...

La legge di revisione del 2001 ha per la prima volta introdotto disposizioni costituzionali espressamente volte a disciplinare le attività regionali dotate di rilevanza esterna. Ciò ha determinato la reviviscenza di un dibattito che sembrava, invero, avere trovato soluzioni definitive in sede giurisprudenziale e dottrinaria: nel difetto di una regolamentazione apposita, erano state, infatti, le sollecitazioni degli studiosi e le aperture progressive della Corte costituzionale a definire la possibilità delle Regioni di concludere negozi con soggetti esteri. Fin dal varo della legge costituzionale n. 3 del 2001 il tema del cosiddetto "potere estero" delle Regioni ha polarizzato l'attenzione dei commentatori, con ciò evidenziandosi, da subito, come uno dei punti topici della riforma dell'ordinamento regionale: snodo nevralgico dei rapporti con lo Stato, esso si inquadra in un nuovo e diverso modo di intendere le relazioni tra i soggetti (plurimi) che compongono il sistema giuridico e, se adeguatamente valorizzato, può dotare di nuova sostanza il processo di avvicinamento del regionalismo italiano verso i modelli e le esperienze tipicamente federali. Il volume di Omelia Spataro coglie pienamente questa prospettiva e, dopo l'analisi delle nuove disposizioni costituzionali e delle questioni, plurime e complesse, che esse pongono, procede tra l'altro ad una verifica della prassi effettuale delle relazioni estere messe in atto dalle Regioni.
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