Teoria e pratica del linguaggio critico. La parola e l'immagine

Teoria e pratica del linguaggio critico. La parola e l'immagine

È possibile tradurre in linguaggio di parola un’opera d’arte? L’immagine vuole-dire? Se tra il visivo e il verbale vi è un rapporto fatto di scarti e di eccedenze, quale posizione devono allora assumere la storia e la critica d’arte di fronte all’irriducibilità del dato sensibile? A partire dall’esperienza estetica, il libro ripercorre alcune delle più importanti riflessioni sul verbale per poi misurarsi con la volontà di trovare un’equivalenza linguistica per l’immagine. Nel confronto tra visibilità e dicibilità, il volume indaga la relazione tra il linguaggio e il visibile artistico, ed è in questo itinerario che si incontrano Cesare Brandi, Roberto Longhi e Jacques Derrida, ma anche Martin Heidegger, Aby Warburg, Georges Didi-Huberman, Hans Belting, Hubert Damisch ed Erwin Panofsky. L’immagine si mostra resistente alla lingua, e il critico, cosciente del limite, non può che lavorare nello sforzo del suo fallimento.
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