Le strade che portano a casa

Le strade che portano a casa

"Prima di iniziare il viaggio che mi avrebbe portato attraverso ventitré città del mondo, non sapevo perché volevo partire. La risposta migliore a chi me lo avesse chiesto sarebbe stato qualcosa come 'Mi annoio' o 'Ne ho abbastanza di cene a base di takeaway cinese'. Ma dovevo volare per 24.901 miglia per capire, anzi per sentire, quello che mi mancava. Ho dovuto scoprire quale piccolo cerchio sia in realtà l'esperienza di un uomo. Sentire cosa si prova a stringere uno dei 132 milioni di orfani nel mondo, e poi lasciarlo andare. Capire cosa significa essere fortunati, così sfacciatamente fortunati da avere la nausea al pensiero. Ho dovuto vedere, annusare, temere, assaporare da dove vengono i miei fratelli e sorelle e realizzare quanto sarebbe stata diversa la loro vita se non fossero diventati la mia famiglia. E quanto diversa sarebbe stata la mia. I miei fratelli e sorelle, quattro orfani dalle parti opposte del pianeta, l'India e la Corea. Ho dovuto fare il giro del mondo per capire quale miracolosa connessione ci ha uniti, ma, ora che stavo di nuovo lì con loro, sembrava naturale. Non normale - adesso sapevo che normali non lo eravamo - ma ci sentivamo una cosa sola per la prima volta in tanti anni. La risposta al perché mi sono messo in viaggio è che dovevo circumnavigare la Terra per trovare la strada di casa." (Aaron Eske)
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