Fuori dalla mischia. Lettera a mio figlio sullo sport, la vita e il mondo che vorrei
Forza, determinazione, durezza; ma anche lealtà , cooperazione, rispetto e controllo di sé: il rugby è lo sport per eccellenza. È cultura dello stare insieme, senso di squadra, sostegno, è accettare a testa alta e con serenità vittoria e sconfitte, e la vita di Maxime Mbandà , terza linea delle Zebre e della Nazionale, ne è un esempio concreto. Cresciuto nel nostro paese da padre congolese e madre italiana, nonostante una famiglia unita, solide amicizie e i successi nella palla ovale Maxime ha avuto esperienza diretta di quanto sia difficile la strada dell'integrazione. Per questo ha deciso di scrivere un libro in forma di lettera a Leone, il figlio di un anno. Durante la prima ondata della pandemia di Covid, proprio mentre lui e Cristiana aspettavano Leone, Maxime ha prestato servizio volontario sulle ambulanze a Parma: 12-13 ore al giorno senza sosta a contatto con la sofferenza, per affrontare un'emergenza sanitaria inconcepibile prima del 2020. Mai avrebbe pensato che il Covid potesse colpire gravemente anche i suoi genitori, come è accaduto pochi mesi dopo, per fortuna con il lieto fine. Fuori dalla mischia è un inno alla vita e all'amore, il testamento emotivo di un uomo orgoglioso delle proprie origini africane tanto quanto di indossare la maglia azzurra. Una storia personale e familiare raccontata da padre a figlio, e a tutti noi, nella convinzione che dietro ai valori dello sport può nascondersi la speranza di un mondo migliore. Solidarietà , inclusione, uguaglianza non sono principi astratti, ma una meta per la quale tutti dobbiamo lottare, con la forza della responsabilità , facendo squadra, pronti a schivare i placcaggi dell'odio e dell'indifferenza.