Prendiamo la parola! La retorica dalla parte delle donne
Prendere la parola vuol dire assicurarsi il proprio posto nel mondo. Il silenzio, al contrario, significa lasciare che qualcun altro parli per noi, rinunciare a essere portavoce di un gruppo o di un'idea, stare dietro le quinte per aiutare gli altri a brillare. Quasi sempre i colleghi uomini. Il risultato è la rinuncia all'autorevolezza che, in termini pratici, porta tra l'altro le donne a guadagnare di meno. E il denaro, oltre a essere meravigliosamente utile, è una forma di rispetto per la nostra persona e il nostro lavoro. Purtroppo, quando si tratta di parlare in pubblico, le donne sono quasi sempre in minoranza: non vengono prese in considerazione oppure sono loro stesse a rinunciare, consapevoli della maggiore durezza con la quale sono giudicate rispetto agli uomini. E questo è un dramma, perché l'uguaglianza e la parità passano anche per la retorica, attraverso l'atto di mettersi al centro e affrontare un pubblico. Questo libro vuole allora essere un'esortazione a proporsi, a prendere finalmente la parola. Anche quando non te la vogliono dare. Dove? In ufficio, a scuola, in tv, nel dibattito pubblico.
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