Il diritto di vivere

Il diritto di vivere

Un errore di diagnosi da parte dei medici è possibile. Che cosa può accadere ad un uomo, inaridito dalla sua vita, privo dei baluardi della religione e degli affetti, quando l'errore esprime una condanna senza alcuna concessione di speranza? Questo accade a David, ingegnere chimico presso un'industria di prodotti cosmetici. Quali conseguenze avrà una tale fatalità su questo uomo, la cui vita, ora tormentata dai dolori della malattia, è divenuta all'improvviso senza un domani? Gli è stata vaticinata la fine dei suoi giorni, e questo lo induce ad operare una scelta drastica, decidendo di troncare i legami con tutto e tutti. La famiglia è in crisi da quando una terribile disgrazia lo ha privato dei suoi affetti; e la malattia ora gli ha alienato anche il lavoro e gli amici. Consapevole che nulla più conta per lui, si trasferisce lontano, in Oriente. Non si tratta di un'inutile fuga dal proprio destino, ma dovendo morire, questo lo autorizza a rifiutare tutto ciò che gli appartiene, cercando al contempo in quei luoghi una nuova dimensione, seppure temporanea. Sennonché attraverso vicende alterne, tra cui un amore dolce e disperato, ed altre esperienze più drammatiche, David registra con rammarico un progressivo miglioramento della propria salute. È affranto: ha perso tutto, ha rinunciato alla sua vita perché condannata senza appello per verdetto medico, e ora reclama la morte come un proprio diritto.
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