In chiostri selvaggi

In chiostri selvaggi

È una poesia attenta al sociale, quella di Marco Cicolini, che non lascia nulla d'intentato, ma vuole scuotere e smuovere all'azione, consapevole che ogni uomo dipende da un altro uomo e che la vita è una e va vissuta al meglio, al massimo. [...] L'autore vuole far tabula rasa di ciò che c'è oggi, delle dinamiche in cui viviamo, per ricostruire un'umanità più pura, più vera. "Questo è il tempo in cui l'uomo deve distogliere per un po' gli occhi dalla politica, dalla religione e dal progresso; l'uomo deve pensare all'uomo, deve ripulirsi per spazzare via da sé l'ipocrisia, la competizione, la voglia di prevalere, di avere la meglio, di essere il migliore; quando l'uomo si sarà semplificato e umiliato, solo allora potrà ritornare a pensare a come gestirsi; sto parlando di rivalutazione dell'uomo, di sommossa interiore; ma se non proviamo a vivere in maniera più naturale, tornando ad apprezzare davvero cose semplici, se continuiamo ad accettare la realtà sociale e ci lasciamo travolgere dalla forza della sua onda, lasciandoci trasportare da essa, pur non volendolo, non riusciremo mai ad essere liberi".
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