Polmoni

Polmoni

C'è un certo compiacimento nelle composizioni di Silvia Redente, cinico fino quasi a diventar crudele. È una risata amara, quasi un latrato che si alza da ciascuna di queste pagine, che rendono al mondo ciò che il mondo ha seminato nell'interiorità dell'autrice, che siano piante profumate di gelsi o fiori dell'albero delle pene. Per entrare nella silloge "Polmoni" non si può quindi che accettare completamente lo scorrere delle parole che si riversano nelle pagine come un fiume in piena e seguire Silvia Redente in tutti i suoi molteplici mutamenti. Più che per temi, quindi, questo percorso si snoda per concetti, per parole chiave, per frammenti ripetuti, che danno il senso di una strettissima unità di fondo e di un dialogo ininterrotto tra l'autrice e il mondo, dialogo che talvolta taglia completamente fuori il lettore in uno spettacolo che tocca delle modalità teatrali, salvandosi da ogni rischio di autoreferenzialità.
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