Non chiamarlo padre

Non chiamarlo padre

Il primo incontro sui banchi di scuola, un semplice sorriso a suggellare un'intesa che si sarebbe presto trasformata in un legame più profondo. Sono apparentemente molto diverse Valeria e Raffaella: la prima, fisico ancora acerbo, dedica le sue giornate principalmente allo studio e alla lettura, attività che da sempre riempie il suo tempo libero. L'altra, che già al secondo anno di liceo è sbocciata in tutta la sua femminilità, mantiene a scuola un comportamento ambiguo e un rendimento altalenante. I lividi che spesso porta sul corpo non possono sfuggire a Valeria, l'unica ad avere la sensibilità per capire che dietro al suo atteggiamento sfuggente si nasconde un vissuto fatto di paura e violenza. L'unica ad interessarsene, l'unica a tenderle la mano. Ma Valeria non è mossa solo da spirito di umano altruismo: il dramma familiare dell'amica la colpisce in modo inaspettato, facendo affiorare dal nugolo confuso dei ricordi qualcosa che non riesce bene ad afferrare e che incombe come un'ombra a tormentare la sua serenità...
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