Teatro, didattica attiva, intercultura. Teatri visibili e teatri invisibili

Teatro, didattica attiva, intercultura. Teatri visibili e teatri invisibili

Molti paesi dell'UE hanno visto aumentare in modo considerevole il numero di cittadini stranieri residenti; in Italia il loro numero è quasi quadruplicato dal 2000 al 2008. La scuola italiana - fortemente toccata da questo processo ha scelto di adottare una propria prospettiva interculturale accettando la sfida di assumere la diversità come paradigma dell'identità stessa della scuola e come occasione per aprire l'intero sistema scuola a tutte le differenze. Tale scelta non può prescindere da un ripensamento complessivo della relazione didattica e degli strumenti utilizzati ai fini di una "riconsiderazione" della propria cultura per arrivare alla produzione di nuovi modelli culturali, "teatri possibili" che attraverso creatività e innovazione nella realtà didattica contribuiscono al consolidarsi di nuove modalità di essere e di stare insieme. Se questa è la prospettiva generale, che cosa il teatro può portare di specifico a favore di un approccio alla diversità che ne promuova il suo essere risorsa per lo sviluppo della persona, del gruppo e della comunità? Come può il teatro fornire situazioni, processi, incontri, esperienze in cui i soggetti sperimentino l'alterità? E, infine, che cosa del processo teatrale promuove l'instaurarsi di un'integrazione creativa e generativa tra le tante differenze che ci compongono e compongono la realtà contemporanea, in particolare quella della scuola?
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