Lingua per unire, lingua per dividere

Lingua per unire, lingua per dividere

La lingua è riproduzione del mondo, e noi sappiamo che con tale operazione non viene riprodotta la realtà ma un'immagine della realtà. Si tratta d'altra parte di un'immagine in cui certi spezzoni della realtà restano contesto (sono tendenzialmente neutri), altri vengono enfatizzati sulla base dei valori condivisi, altri elementi ancora sono messi sotto silenzio. La storia della lingua riproduce d'altra parte la storia della società e della politica che la governa. Ed è per questo che essa nasce come parlata (orale) strettamente legata al gruppo/comunità rurale con proprie specificità, poi è trasformata dagli intellettuali urbani che introducono regole fisse e scritte scegliendo una delle tante parlate tra quelle esistenti in un'area. Unito a tale processo diacronico e introverso della lingua si osserva un parallelo processo sincronico ed estroverso. E questo è fondato sulle relazione tra lingue, lungo il quale la lingua vincente attribuisce a se stessa un ruolo dominante e diffusivo rispetto alla quale le altre lingue assumono le sembianze di lingua locale, lingua tecnica, dialetto, parlata.
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