Renoir

Renoir

"Nel mio giardino in California, accanto alla porta della cucina, c'è un arancio. Lo guardo e ne aspiro l'aroma. È tutto fiorito. Non posso vedere un arancio in fiore senza pensare a Cagnes; e il pensiero di Cagnes evoca immediatamente in me l'immagine di mio padre. È là che egli trascorse la parte migliore dei suoi ultimi anni; è là che morì. Nella sua casa, ai Collettes, il profumo degli aranci è sempre lo stesso, e i vecchi ulivi non si sono mossi. Ci ravvicina a lui soprattutto l'erba. È un'erba povera ma alta e fitta, grigia salvo in pieno inverno, composta dalle specie più varie e frammista ai più bei fiori selvatici che si possano immaginare. È qualcosa di secco e di rigoglioso, di grigio e di colorato insieme come lo sono spesso le cose nel Mezzogiorno della Francia. Il suo profumo non vi sale con violenza alle narici come l'erba nei dintorni di Aix-en-Provence, è di una qualità più fine ma indimenticabile. Se mi portassero ai Collettes con gli occhi bendati, mi basterebbe sentire quel profumo per riconoscere il luogo. L'ombra degli ulivi spesso è color malva; è sempre mobile, luminosa, piena di gaiezza e di vita. Se ci si lascia andare, si ha l'impressione che Renoir sia ancora lì e che a un tratto lo si possa udir canticchiare mentre strizza l'occhio alla tela. Egli fa parte del paesaggio." (Dalla presentazione di Jean Renoir)
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