Per una genealogia del virtuale. Dallo specchio a Facebook

Per una genealogia del virtuale. Dallo specchio a Facebook

In che modo dispositivi virtuali come Facebook plasmano i nostri assetti identitari? Quali margini abbiamo per essere soggetti costituenti, per resistere in modo creativo alle cogenze di dispositivi virtuali che inducono comportamenti standardizzati e prevedibili? Quali margini abbiamo, insomma, per essere creativi in rete? Le risposte sono affidate a uno scavo genealogico capace di leggere in continuità saperi, pratiche e poteri che nella nostra cultura si collegano ai dipositivi-specchio. Lo specchio come contro-spazio che crea immagini virtuali, come fenomeno-soglia che marca i confini tra immaginario e simbolico, come metafora del pensare: è questo il filo conduttore della ricerca qui presentata, che approda all'analisi dei dispositivi-specchio contemporanei attraverso alcuni studi di caso: la Community del blog collettivo Ibridamenti, l'account Facebook dello scrittore Aldo Nove, il sito Wu Ming. Un medesimo orizzonte accomuna queste diverse esperienze: si tratta di vivere la sfida del virtuale come pratica di libertà personali e collettive, contro i vincoli soffocanti dei dispositivi di potere che ci forgiano e ci condizionano.
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