I dialoghi. «Fabricius» «Antonius»

I dialoghi. «Fabricius» «Antonius»

I Dialoghi, ritrovati dai saggista aponense V. Ireneo Filodeo Capra e dal medesimo tradotti per concessione del conte Z. (non è dato sapere di più sul possessore dei manoscritti), sono indubbiamente di origini alquanto misteriose, anche se il Capra li colloca originariamente nella biblioteca di Alessandria, per poi farli arrivare da Costantinopoli a Venezia sino alla famiglia dell'odierno possessore: appare, infatti, quantomeno singolare che il mercante che li avrebbe trafugati dalla biblioteca si chiamasse Kaddab (mentitore) e che l'unico cenno storico dei Dialoghi si abbia per una citazione fattane da Isaac Newton in alcuni suoi appunti, ormai perduti. Sembrerebbe più probabile che i Dialoghi trovino origine in ambienti rosacruciano-gnostici aponensi, allo stesso modo de "Il mistico connubio", già pubblicato in questa collana: ciò non ne sminuisce il contenuto, certamente originale e denso di spunti per la Ricerca. A. Lucio Fedro Arpeione, (540-639 d.C.), si chiamava, in realtà, Enrico da Feltria ed era allievo di Giovanni Filopono, filosofo della scuola Alessandrina. Egli visse per un lungo periodo a Carcassonne, dove venne in contatto con una enclave di cabalisti ebrei, che ebbero una certa influenza sul suo pensiero. Introduzione di Morris L. Ghezzi. Note biografiche a cura di Paolo E. De Faveri.
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