Hikikomori e adolescenza. Fenomenologia dell'autoreclusione

Hikikomori e adolescenza. Fenomenologia dell'autoreclusione

Ragazzi che si isolano dal mondo, auto-reclusi tra le pareti della loro stanza, circondati da videogiochi computer e fumetti. Tra i comportamenti adolescenziali che creano disagio psichico in chi li pratica e in chi sta loro vicino, senza dubbio l'Hikikomori, che in giapponese significa "isolarsi, ritirarsi" e, più in generale, l'autoreclusione, stanno diventando, negli ultimi anni, oggetto di indubbio spunto di riflessione e di studio. Questo tipo di espressione di disagio della nostra civiltà, così come molte altre di pertinenza dell'età giovanile, richiedono un tipo di analisi che non riduca tali fenomeni a "indice di follia", così come accade già per i tentativi di suicidio, le fughe, i disturbi del comportamento alimentare, i comportamenti autolesivi o altri tipi di comportamento a rischio comuni fra le giovani generazioni. Questo studio, primo in Italia sull'argomento, rilegge la sintomatologia Hikikomori, non solo come forma di lotta contro il male di vivere, che segnala l'inadeguatezza, soprattutto durante l'età adolescenziale, della parola e del pensiero, ma anche in un'ottica trans-culturale, inquadrandolo nelle complesse coordinate dell'onore e della vergogna della cultura giapponese.
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