Don't look up. Una metafora della civiltà occidentale

Don't look up. Una metafora della civiltà occidentale

Don’t look up o just look up? Con questa domanda, gli autori introducono una nuova interpretazione del “cambiamento globale”, partendo dall’analisi del film cult del regista statunitense Adam McKay. Viviamo nell’era della “scarsità”, alle soglie della catastrofe ecologica: dalla penuria di materie prime a gravi livelli di disuguaglianza, dall’incapacità di comunicare la scienza alla crisi della democrazia. Siamo vittime di una filosofia populista acchiappa-consensi, del “cosa piace alla gente” e non del “cosa fa bene alla gente”. La politica esalta sé stessa utilizzando qualsiasi mezzo. Il linguaggio della comunicazione su scala planetaria riflette una concezione del giornalismo lontana dai valori fondanti della professione. I social media alimentano panico e isteria: trasfigurano la percezione dell’opinione pubblica nei confronti del mondo scientifico, convertendola in “emozione collettiva”. In tutto questo a soccombere è la massa, sempre più omologata e influenzabile, che troppo banalmente sceglie tra bene e male.
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