L' invasione immaginaria. L'immigrazione oltre i luoghi comuni

L' invasione immaginaria. L'immigrazione oltre i luoghi comuni

Il sovranismo ha vinto nelle menti prima ancora di vincere nelle urne: è riuscito a cavalcare le legittime preoccupazioni delle persone nei confronti del fenomeno immigrazione costruendo un nemico immaginario. Perché la realtà dell’immigrazione è molto diversa da quella che da anni ci viene raccontata. «Ambrosini sfata le leggende sull'assedio, studia l'economia dei flussi migratori, analizza il sovranismo in ascesa e propone soluzioni politiche ragionate» - Robinson Molti italiani sono convinti che grazie alle drastiche misure adottate dal governo in carica, in spregio a convenzioni internazionali, trattati europei e costituzione italiana, l’‘invasione’ degli immigrati sia stata finalmente bloccata. La propaganda governativa alimenta l’inganno. Anche il governo precedente ha sostenuto l’idea che impedire o prevenire gli sbarchi significhi fermare l’immigrazione. Così non è: bloccare barche e gommoni non significa bloccare l’immigrazione perché le due cose non sono coincidenti, o lo sono solo in minima parte. Non solo: grandi giornali parlano con frequenza di ‘sconvolgimenti demografici’ o di pressione migratoria ‘insostenibile’. Ma, secondo i numeri reali, l’invasione non c’è mai stata. Non è nemmeno vero che gli immigrati siano prevalentemente maschi, africani e musulmani, che l’immigrazione sia sempre una conseguenza diretta della povertà o che i rifugiati internazionali abbiano come principale destinazione l’Europa e anzitutto l’Italia. Obiettivo di questo libro è proprio quello di smentire, dati alla mano, queste e altre credenze che avvelenano il clima politico e sociale del Paese. I lettori scopriranno così che il numero degli immigrati è sostanzialmente stabile da almeno quattro anni; che la principale fonte di nuovi ingressi è rappresentata dai ricongiungimenti familiari; che molti stranieri possono entrare in Italia senza bisogno di visti, e non solo perché sono cittadini dell’UE o provengono da paesi ad alto sviluppo economico; che un occupato regolare su dieci in Italia è straniero. Il libro conduce una serrata (e critica) analisi delle politiche in materia dell’attuale governo, e propone alcune idee per una diversa e migliore gestione. La prima è: dobbiamo iniziare a distinguere tra diversi tipi d’immigrati e misurarci pragmaticamente con ciascuno di essi. Un conto sono gli studenti, un altro i coniugi ricongiunti, un altro i rifugiati. Fare di tutta l’erba un fascio è la premessa per chiudere le porte a tutti, con un danno anche per gli italiani.
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