I nemici degli italiani

I nemici degli italiani

Nella storia della nostra Penisola al centro di tutto c'è sempre stato lui: il nemico. E la sua storia racconta chi siamo stati e come siamo diventati.Per secoli dalla terra e dal mare i nemici sono arrivati in Italia: Cartaginesi, Vandali, Unni, Arabi, Normanni, Turchi, Spagnoli, Austriaci... un elenco che sembra infinito. Ogni epoca ha avuto il suo, di nemico. Pronto a invadere il nostro Paese, a conquistarlo, a saccheggiarlo, a tiranneggiarlo per poi insediarcisi e sfruttare le sue ricchezze e le sue bellezze. E in effetti quando arriva il barbaro, il nemico di turno, un mondo finisce e un altro inizia, senza soluzione di continuità. Poi, bisogna aspettare: che i barbari diventino meno barbari, si amalgamino con gli altri e comincino, anche loro, a temere nuovi stranieri. Insomma, ci sono nemici che vanno e altri che vengono, in un susseguirsi secolare dove, ogni volta, il tempo passa e la storia si sedimenta, la paura diventa oblio e ciascuno degli antichi nemici si ritrova a temere nuovi invasori, nuove minacce alle proprie tradizioni e alla propria identità.«Terra di inesauste scorribande, l'Italia. Amedeo Feniello evoca, con un'intensità che ricorda lo Stefan Zweig di Momenti fatali, il calvario di una Penisola troppo ricca, troppo bella, troppo accogliente per non accendere le brame altrui. A ogni assalto, a ogni invasione l'Italiano vedeva prospettarsi la fine del mondo, o almeno del suo mondo. Poi la vita prevaleva, si sopravviveva e si condivideva, ci si mischiava. Esiste allora l'Italiano? Certamente, è la sintesi di tutti coloro che, di volta in volta, ha temuto come invasore.» (Pier Luigi Vercesi, «Corriere della Sera»)

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