Graeca

Graeca

"Una raccolta breve, ma densa di contenuti, che ancora una volta palesa le capacità espressive dell'autore. Versi sublimi, soffusi d'amare, di passione, di religiosità, che trasportano il lettore in un universo poetico di grande intensità. Il florilegio si apre con una lirica in un certo senso autobiografica: 'Il poeta'. Egli '...batte strade solitarie...', poiché ogni poesia è innanzitutto introspezione; '... ha un amare dentro immenso/che abbraccia l'universo...', perché senza empatia non può nascere la poesia. In chiusura, un riferimento all'albatros caro a Coleridge, simbolo negativo e positivo al tempo stesso: la tempesta che presagisce può divenire tempesta di sentimenti, d'amore, di gioia. Il titolo della silloge viene giustificato dalle liriche dedicate alla Grecia, tra cui spicca 'Plaka', nella quale voci, volti e suoni stranieri si fondono nello spirito universale che proclama: siamo tutti fratelli. Una donna, 'Rita', accompagna il poeta nel suo viaggio da turista dell'anima: è assorta e impenetrabile come una cariatide, è eterea come una visione, quasi non si trattasse più di una creatura umana, bensì dell'epitome di una condizione esistenziale. Infine, i sentimenti religiosi del poeta sono esternati in poche liriche di grande effetto. La preghiera del 'Pope', '...sacra, limpida, serena, sincera...', commuove sia l'autore che il lettore, anelito a una dimensione mistica dell'esistenza a volte taciuta, ma mai negletta. La sacralità permea di sé persino l'amore carnale... creazione/ religiosa consunzione...', poiché ogni forma d'amore rappresenta un inno al Creatore del mondo." (Teresa Regna)
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