Ma la burocrazia ha un'anima? Fatti e misfatti di un potere senza immaginazione

Ma la burocrazia ha un'anima? Fatti e misfatti di un potere senza immaginazione

"Il titolo di questo racconto nasce dal desiderio di fornire in forma interlocutoria e discorsiva alcuni elementi di riflessione su un fenomeno che non dipende da una prescritta chiave di lettura istituzionale. La burocrazia non ha un'identità espressamente politica: la sua anima è del tutto autoreferenziale, perennemente agghindata, per rimanere tale, con un apparente e imprescindibile neutralità. I modi, le forme e la diffusione territoriale dove questo servizio viene svolto sono infiniti, come costante rimane la caratteristica della moltitudine di soggetti che lo dirigono. Salvo lodevoli eccezioni non ha confini la loro mancanza di fantasia, di immaginazione e di scarso realismo contingente. Si tratta di una matrice culturale resa cronica, oltre che da interessi corporativi di categoria, soprattutto dalla scarsità di senso civico di gran parte dei cittadini italici di ogni censo. Consapevole che la semplice descrizione di un fenomeno cosi arido e astratto farebbe addormentare sul divano anche il più volonteroso lettore, ho voluto che le esemplificazioni da me vissute realmente fossero raccontate come la cronaca di un percorso turistico descritto da un cicerone che vuole strattonare un periodo di vita trascorso nella città più bella del mondo, malgrado l'analfabetismo funzionale di chi l'ha governata negli ultimi anni." (L'autore)
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