L' età della disgregazione. Storia del pensiero economico contemporaneo

L' età della disgregazione. Storia del pensiero economico contemporaneo

Un volume prezioso che ci ricorda come gli orientamenti economici non sono mai ‘neutri’ ma sono frutto di scelte precise. L’economia, oggi più che mai, è un campo di battaglia tra interpretazioni e proposte di segno opposto. Il pensiero economico contemporaneo non è un monolite, caratterizzato da un ‘pensiero unico’, a differenza di come spesso viene presentato e percepito. È un confronto anche acceso tra scuole di pensiero, le cui radici vengono spesso dimenticate quando il confronto riguarda una misura di politica economica o un aspetto specifico, come la spiegazione di una crisi o la valutazione del benessere e della povertà. Invece, è proprio il richiamo continuo a queste radici a dare un senso al confronto, a renderne chiari i termini e le implicazioni. Il libro si apre con due capitoli di illustrazione del retroterra (impostazione classica e marginalista, Marx) e dei precursori immediati come Keynes e Schumpeter, a cui seguono due ampi capitoli dedicati ai ‘giganti del secolo breve’: Hayek e Sraffa. Le pagine centrali del libro affrontano invece i filoni e gli orientamenti di ricerca dominanti, il cosiddetto mainstream: microeconomia e macroeconomia, i diversi rami del pensiero neoliberista, economia applicata ed econometria. Segue un’illustrazione di filoni di ricerca che man mano si distaccano dal paradigma dominante: economia comportamentale e razionalità limitata, la teoria dei mercati finanziari e delle crisi, la macroeconomia post-keynesiana, marxismo, evoluzionismo, istituzionalismo. Conclude un capitolo dedicato all’etica in economia e al problema del potere.
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