Amorose erranze
Nel tentativo di tracciare una definizione dell’amore, l’autrice si immerge in un percorso errabondo, affidandosi alle emozioni e all’amica musica. Se “non sa parlar d’amore”, ecco che ci prova con la parola scritta, quella poetica, che lascia a chi legge una libera interpretazione. Alla stregua di Che coss’è l’amor di Vinicio Capossela, la silloge aspira a trasmettere sentimenti e sensazioni variegati, a volte contrastanti: dall’amarezza, disincanto e dolore nella prima sezione; alla rabbia, rinascita e ironia nella seconda; fino all’apertura e alla sensualità nella terza e ultima parte. Le "Amorose erranze" risuonano come la descrizione in versi di qualcosa di misterioso e sfuggente, un misto di passione e sofferenza talora sconfitte e una certa dignità anche nel fallimento.
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