Chiudere i conti con la storia. Colonizzazione, schiavitù, Shoah

Chiudere i conti con la storia. Colonizzazione, schiavitù, Shoah

L'idea è che al male prodotto dalla storia si possa rimediare con azioni civili e risarcimenti di natura economica. Il dubbio è se indennizzi e class actions possano fornire una risposta soddisfacente alle istanze di riconoscimento rivendicate dalle vittime dei "danni della storia". Idea e dubbio sono sottoposti al fuoco di fila dell'analisi di un giurista che sa resistere alla tentazione del partito preso, che sa essere disincantato e appassionato al tempo stesso, perché consapevole sia dei limiti immanenti al diritto sia della fragile pretesa che il medium giuridico possa sostituirsi a quello politico. Shoah, colonizzazione, schiavitù: a invocare riparazione, nei casi giudiziari presi in esame, è un bando, è un viaggio negli inferi, un senso di esilio politico ancora vivo, mai rimarginato. L'idea di riparazione, in sede civile, dei danni storici trae origine dal cuore di un evento, la Shoah, che non finisce di tormentare l'Occidente, nonché dalla cultura liberale degli Stati Uniti, che per prima è riuscita a tradurre sofferenze e ferite della memoria in risarcimenti miliardari a favore delle vittime del nazismo. Dal misconoscimento (dei diritti, della dignità umana) al riconoscimento, passando per il debito e il risarcimento, fino all'interrogativo circa l'idoneità delle azioni di riparazione a dare forma, senso e scena a nuovi rapporti politici: questa è la speranza, corredata di un forte senso critico, minacciata da molti, fecondi dubbi.
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