La favolosa storia delle «Mille e una notte». I racconti di Shahrazad tra realtà, scoperta e invenzione

La favolosa storia delle «Mille e una notte». I racconti di Shahrazad tra realtà, scoperta e invenzione

Il libro delle "Mille e una notte" è diventato nei secoli sinonimo di favoloso, di esotico e di misterioso. Tutti conoscono Shahrazad e la sua necessità di raccontare ogni notte una nuova storia al re pur di non farsi uccidere, ma in pochi sanno quando il libro è stato scritto o di cosa esattamente si compone. In quanti, per esempio, sanno che alcuni dei personaggi leggendan - Ali Babà, non meno di Simbad il marinaio - che si credono usciti da questo corpus nulla o quasi hanno a che fare con esso? E quanti sono coloro che, avendo letto da piccoli o da grandi quelle storie, sanno che la versione corrente proveniva dalla penna di un esimio arabista francese del Settecento, Antoine Galland, primo traduttore e al contempo "falsificatore" di quelle storie in Occidente? Ma quali sono, allora, le vere origini di questo antichissimo libro e dove ha visto la luce il primo manoscritto: ad Aleppo, al Cairo, o piuttosto a Calcutta? Quali e quanti sono gli autori che lo hanno composto, e quante le storie: mille, duecentottantadue, quasi trecento? In questa sorta di vademecum, uno dei massimi arabisti occidentali ricostruisce pezzo dopo pezzo le vicende di un libro in cui si intersecano i generi più disparati: dalla favola all'epica, dal racconto erotico alla commedia, dall'allegoria all'aneddoto.
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