Torride tristezze. Nove storie di ciclismo

Torride tristezze. Nove storie di ciclismo

Nove biciclette vuote, riposte con cura nel buio della memoria, appese al chiodo della disperazione, nove immagini, coppie di occhi pieni di vento, che videro traguardi e ora, chiusi, fanno paura. Nove racconti di viaggi, di sole andate. La follia di Gaul e l'insondabile buco nel cuore di Ocana, il sole del Ventoux e l'anima di Simpson che se ne va, la scalata folle di Jiménez, le notti di Pantani, i giorni di Vandenbroucke e il male di vivere. Cronache di paure che uccidono, l'ombra della chimica e i fantasmi del dopo, quando si smonta il traguardo, le ruote si fermano ed è silenzio, e tutto finisce e viene la notte. Melanconia, "la gioia del sentirsi tristi", secondo Victor Hugo. Morte e disamore. Discese verticali negli inferi. A precipizio. Nel ciclismo si dice "a tomba aperta". Giù, quasi a occhi chiusi, le dita lontane dai freni, troppo lontane. Giù, a fondo. Ubriachi di veleno. Incontro alla malamorte.
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