Traversi Guerra

Traversi Guerra

"Ancora una volta il problema è quello del linguaggio, del mezzo espressivo, della voce compositiva dell'autore, della sua evocazione. Sulla scena dell'arte si recita un gioco delle parti tra chi crea visioni e chi ne capta i messaggi, con l'illusione di decodificarli nella loro interezza. Arte e critica vivono da sempre una sorta di confronto, o di complicità, causando un'inevitabile frammentazione dell'essenza artistica matericamente espressa. Il rapporto fra il critico e opera d'arte non è che il tentativo di conciliare soggetti diversi in un'impraticabile unità, ossia di tradurre in parole il non detto e l'invisibile che si nasconde dietro la forma e il colore. Ma ne vale la pena, soprattutto in questo caso. Ci sono più particolari nei dipinti di Luisella Traversi Guerra di quanti ne colga il nostro occhio, che vanno captati con un'attenta indagine conoscitiva. Ogni sua composizione, d'altronde, è come se ci chiamasse a ripercorrere dall'inizio il cammino del suo iter poetico. La nostra autrice di sinfonie pittoriche si è dedicata al suo certo cammino sin dalla prima giovinezza, quando ha avvertito un bisogno improvviso e pressante, un'improvvisa fascinazione, un curioso insieme di apparizioni e di stimoli che l'hanno emozionata con la forza di un annuncio solenne. Col passare degli anni quegli stimoli le hanno suggerito quello che doveva fare, e soprattutto, le hanno dato modo di seguire un percorso di crescita spirituale..." (Paolo Levi)
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