Il ciclista di Chernobyl

Il ciclista di Chernobyl

Chi è il vecchio abbandonato con due sacchetti di vestiti in un self service sugli Champs Elisés? Se lo chiede il protagonista di questo romanzo, il rappresentante spagnolo dell'Ufficio Pesi e Misure, che si trova a Parigi per una riunione e si vede affidare il vecchio dai servizi sociali per una serie di equivoci. Scopre così in un lungo flash back la storia - ispirata a fatti reali - di Vasili Nesterenko, fisico nucleare sovietico, a capo di un importante progetto bellico, chiamato subito dopo l'incidente di Chernobyl a scongiurare l'esplosione che rischiava di ridurre l'Europa a un deserto. Dopo essere riuscito nell'impresa, Nesterenko con il tempo si accorge che le autorità russe tendevano a minimizzare l'incidente, a manomettere i dati sulle radiazioni, ad alzare la soglia di pericolosità per l'uomo, invitando la gente a tornare nelle proprie case. La sua protesta, esercitata tramite un'associazione da lui fondata, la Belrad, che diffonde i dati reali, viene messa a tacere con persecuzioni e attentati, finché Nesterenko si rifugia a Pripyat, una città di 50.000 abitanti a tre chilometri da Chernobyl. Una città abbandonata, altamente contaminata, dove però qualcuno (pochissime persone) si ostina a sopravvivere, mentre imperversano bande di saccheggiatori, e una guida più o meno illegale porta qualche "turista" in città per 400 dollari o si fa procurare dai "coloni", in cambio di viveri non contaminati, animali mutanti da rivendere all'estero...
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