Alessandro Busci. Ediz. italiana, inglese e spagnola

Alessandro Busci. Ediz. italiana, inglese e spagnola

La prima monografia su Alessandro Busci, un artista le cui potenzialità espressive e formali sono state pienamente riconosciute nel contesto artistico italiano e oggi unanimemente considerato uno degli artisti più promettenti dell'arte contemporanea nazionale. Si tratta di un'interessante e originale indagine che mette in evidenza l'uso di una luce simbolica dai toni caldi, espressa nelle tonalità del giallo, dell'arancio e del rosso, che, nonostante la dominante scura e cupa di molti paesaggi, illumina le notturne visioni della natura aprendo squarci di speranza in cieli di qualità apocalittica. Una concezione poetica e allegorica della luce che, pur nella distanza di tempi e finalità, si può ricollegare alla lezione della pittura naturalista del Seicento spagnolo, dai forti contrasti luministici di Zurbarán ai chiarori lividi di El Greco, dalle vibranti atmosfere di Velázquez agli impasti chiaroscurali di Ribera, per arrivare alla selvaggia visionarietà della pittura di Goya. Il lavoro di Alessandro Busci, a confronto con la pittura spagnola del passato, rinnova i propri legami con la tradizione italiana e spagnola del fare arte e al tempo stesso propone sviluppi inediti legati al linguaggio della materia e dei supporti, secondo un processo di continuità e trasformazione che da sempre caratterizza il miracolo alchemico della pittura. Alessandro Busci comincia a dipingere quando è ancora studente. Il suo esordio nel mondo dell'arte avviene quand'è ancora sui banchi di scuola, o meglio dell'Università. Flavio Caroli, che è stato suo professore ma anche colui che lo ha scoperto come artista, lo racconta così: "Alla propulsione di un corso accademico di qualche anno fa, fra cinquecento studenti, ho percepito un'energia, un interesse speciale, in qualche modo un dialogo, una luce, una lunghezza d'onda comune. Non so perché. [...] Un giorno ho chiesto a Busci: 'che cosa vuol fare dopo la laurea?'. Rispose: 'Il pittore'. Lo sconsigliai con tutto il senso dell'umorismo di cui potevo disporre. Ma oggi so perché Busci voleva fare il pittore. Voleva fare il pittore perché è un pittore. Contro la forza dei cromosomi, non c'è niente da fare".
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