Mio Dante. La «Divina Commedia» tra poesia e scienza (Il)

Mio Dante. La «Divina Commedia» tra poesia e scienza (Il)

Tanto la grande poesia quanto la scienza si appoggiano da un lato sull'unicità e l'eccezione e dall'altro sull'equivalenza e l'uniformità. Non sarà un caso allora che Dante, signore della poesia e della scienza, faccia di questi strumenti di conoscenza e di valutazione gli elementi portanti della sua Musa. Soprattutto nella sua opera maggiore, la Divina Commedia, una preziosa e inesorabile nassa per filtrare e catturare i frutti più prelibati del gran mar dell'essere. Il senso dell'eccezione serve ad apprezzare e a raffigurare l'unicità, a ritrarre cioè i grandi personaggi del Poema. La convinzione dell'equivalenza assoluta è invece la cifra del cosmo nella sua interezza e unità superiore. Sia in sé, che rappresentato. Senza eccezionalità non ci può essere singolarità e rappresentazione, senza equivalenza non ci può essere totalità e trasfigurazione. Sono questi i due poli fra i quali oscillano Figurazione e Trasfigurazione, cioè l'essenza più profonda di Dante.
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