Inverno

Inverno

Inverno: Arriva un momento in cui lo si reclama, come una porta aperta, o un ponte; come un passaggio ad altro. E il suo ritardo causa un imbarazzo - l'imbarazzo dei bambini davanti alle promesse infrante - di certezza disattesa. Nei momenti insospettabili dell'autunno inoltrato, lungo le strade assolate e troppo calde, ci accarezzano ricordi di neve e di camino, inventari di slittini, progetti di montagne dalla pietra ancora nuda. Poi, un giorno, il respiro diventa visibile e le mani si rifugiano spesso nelle tasche. Ecco, l'inverno s'è ricordato di noi. Ci sconvolge la luce che c'è la mattina, la tramontana che illumina i capelli e pulisce gli sguardi - peccato non avere il tempo e l'urgenza di contemplare quella luce. Finalmente hanno un senso (un posto, la temperatura giusta da respirare) quei progetti, quegli inventari, quei ricordi. E ha un senso - forse proprio il nostro, proprio quella nostra vecchia insofferenza per il presente - anche stringersi nel cappotto e desiderare che l'inverno, col suo freddo, le sue sere precoci, dopotutto finisca in fretta.
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