Berlino 1989. La caduta del muro. La guerra civile che ha portato alla fine del comunismo

Berlino 1989. La caduta del muro. La guerra civile che ha portato alla fine del comunismo

Sotto un'unica data, il 1989, si nascondono per Pieshakov, fenomeni molteplici. Diversamente dalla "vulgata" storiografica corrente non si trattò dell'insurrezione corale contro Mosca, potenza occupante, da parte dei paesi dell'Europa orientale in nome della libertà e dei libero mercato, Nell'89 non ci fu la cacciata di una potenza "straniera": si trattò invece, per gli europei dell'Est, soprattutto di questioni di politica interna, di rapporti fra vecchie élites filomoscovite e nuovi leader. Il paese battistrada era stata la Polonia di Solidarnosc, che aveva contribuito a sgretolare un sistema dotato di una sua stabilità nonostante violente parentesi rivoluzionarie, e la forma assunta dall'insurrezione nei vari Stati fu essenzialmente quella della lotta contro la propria classe dirigente. In Polonia e in Romania assunse la forma di guerra civile, in Cecoslovacchia di rivoluzione non violenta, in Ungheria, Bulgaria e Germania, di un pacifico passaggio di poteri. Il libro di Pieshakov è un'esplorazione dell'89 alla luce delle politiche interne dei singoli paesi, naturalmente alle prese con i leader mondiale coinvolti nella trasformazione del blocco orientale, da Reagan a Bush alla Thatcher, a Giovanni Paolo II, a Gorbaciov, al quale Pieshakov riserva un ritratto alquanto impietoso.
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