Guardiano di vacche e di stelle

Guardiano di vacche e di stelle

Su altri siti questo libro ha ricevuto entusiastiche recensioni da parte di lettori diversi. Scriverei per parlarne bene anch'io, ovviamente, ma può valere come recensione quanto può scriverne uno dei cinque fratelli dell'autore? Scrivo comunque, mettendo in conto anche la vostra diffidenza, per dire cose che altrimenti non si saprebbero. L'autore, italiano e fiero di esserlo, non è però di lingua italiana: parla preferibilmente e pensa - sempre - in cimbro, l'antica e misteriosa lingua degli Altipiani ormai quasi scomparsa. Una lingua soltanto parlata, che fino a tempi recentissimi non aveva nemmeno una grammatica, che anche i "parlanti" ormai storpiano senza accorgersene. Andrea Nicolussi Golo è stato tra i primissimi a tentarne la scrittura con una rubrica settimanale su un quotidiano trentino. Una scrittura per pochissimi, davvero, perchè non tradotta, ma che ha attirato la curiosità e l'attenzione di tante persone. Dell'Università di Trento, innanzitutto, con cui Andrea ha collaborato per dei seminari sulla lingua cimbra, e dell'editore che aveva lanciato Mauro Corona. Il libro nasce, infatti, da una richiesta di costui di "tradurre" in italiano alcune storie che l'autore raccontava al proprio paese, Luserna (TN), ai "filò" organizzati dalla Pro Loco. In tre anni il libro ha avuto diverse ristampe, segno di un interesse che non accenna a svanire. Che potesse interessare lo aveva capito anche Mario Rigoni Stern che aveva voluto regalare ad Andrea ed ai suoi lettori una sua rara prefazione: l'ultima cosa, forse, che il Grande Saggio degli Altipiani abbia scritto. Adriano Nicoilussi
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