Smog

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"Di cosa parliamo quando parliamo d'amore? Non lo sapremo mai, però Paolo Zagari sa raccontare bene questo "mistero"- metafisico o sublimemente sciocco che sia - racchiuso nella superficie. E lo racconta in modo un po' spavaldo, con una struttura compositiva nuova, adattata non alla cronologia ma ai frammenti di un discorso amoroso. Innumerevoli nel testo gli autori e i personaggi di riferimento, da Amleto a Woody Allen. Ovunque impera la Classe Media semi-colta e semi-corrotta, protagonista di "un paese che era a pezzi", divisa in corporazioni ferree, verbosissima e"blobbiana", che usa alla perfezione le citazioni, per apparire migliore o per difendersi dal trauma dell'esperienza. Una tagliente sociologia d'occasione si incontra con una lingua che costeggia ironicamente il "rosa" e la tecnologia. Ma non vi compare il nome di quello che è probabilmente il segreto nume ispiratore di queste pagine: Truffaut. Il tono svagato e drammatico, una modalità del racconto lieve, aerea, puntigliosa, a tratti maniacale, dentro cui si nasconde la banale tragedia. A volte la narrazione sembra evanescente come le conversazioni che contiene, ma poi è trattenuta giù, sul fondo, da una ricerca disperata di senso. Romanzo giocoso, allegramente sgangherato, mai frivolo. E se davvero l'amore autentico, che è sempre "pirotecnico e strampalato", ci casca addosso senza preavviso e nasce da una "distorsione" della realtà, dubito che avrà mai una conclusione edificante." Filippo La Porta
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