Poco meno degli angeli

Poco meno degli angeli

Una voce tuonò nella chiesa: "Chi sei tu?" l'ultima parola sbocciò in una eco furibonda, come nel suono prolungato di un tamburo. La figura che ora era grigia, oblunga e come avvolta da una nebbia sottile, non rispose. Lanciata sul fondo dell'edificio in un lampo spalancò il portone, che oltretutto era stato chiuso a chiave da Lev. Quando la porta fu aperta nella bieca oscurità della notte l'uomo scomparve, seguito a sua volta da una quantità innumerevole di piccole ombre diluite nell'oscurità. Dopo questi fatti, che avvennero tutti con una rapidità eccezionale, improvviso piombò sulle figure del vecchio e del ragazzo ancora ansimante e su tutto quanto vi potesse essere attorno, un silenzio statico, inamovibile, come di pietra.
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