Processo ai Vitelloni

Processo ai Vitelloni

Potenza del cinema. Se tutti (o quasi) sanno chi sono i vitelloni (in Italia e all'estero), forse non tutti sanno che non fu Fellini a ideare il termine ma il suo sceneggiatore (e grande scrittore) Ennio Flaiano. Che spiegò la derivazione dall'abruzzese "vudellone"; in altri termini: una budella da riempire. Uno che non fa nulla e campa, anche in età da lavoro, sulle spalle della famiglia. Perfetta da questo punto di vista è la rilettura felliniana di Amarcord (1973) dove in Lallo, zio del protagonista Titta, il personaggio del vitellone si fonde con un'altra figura romagnola assai amata da Fellini & Guerra, quella del pataca. Se dunque non lavorare è un primo e assai grave capo d'imputazione in una Repubblica «fondata sul lavoro», altri non mancano. Di qui ha origine, corroborata dal concomitante centenario della nascita di Fellini, l'idea di dedicare ai vitelloni il ventesimo processo del X agosto nella corte della Torre di San Mauro Pascoli, promosso da Sammauroindustria. Il presente libro ne riproduce gli atti, in particolare le "arringhe" dell'accusa e della difesa, sostenute rispettivamente da Daniela Preziosi e Gianfranco Angelucci. Non manca un corredo fotografico.
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