Mia diletta

Mia diletta

Kurt, veterinario quasi cinquantenne, confessa la sua illecita passione per la figlia quattordicenne di un allevatore suo cliente in un lungo e incalzante monologo rivolto alla sua 'diletta' e ai giudici che lo hanno condannato. Nel racconto, che si snoda quasi senza pause, s'incontrano due adolescenze: quella della ragazza, compressa nella asfissiante e bigotta campagna olandese, e quella che è stata negata a Kurt dagli abusi fisici e psicologici inflittigli dalla madre. E s'incontrano anche due deliri: avvolta nel lutto per la precoce scomparsa del fratello in un incidente stradale e il conseguente abbandono da parte della madre, la ragazza assume su di sé le colpe del mondo, immagina di poter imparare a volare e vaneggia di essere stata uno degli aeroplani schiantatisi contro le Torri Gemelle l'11 settembre del 2001. Da parte sua Kurt, ossessionato da lei e dal bisogno di recuperare gli anni perduti, distrugge la fragile normalità che si era costruito nell'involucro familiare arrivando a rivaleggiare con il figlio adolescente nella conquista della ragazza. La storia si svolge in una calda estate durante la quale i due sviluppano una fascinazione ossessiva l'uno per l'altra che alla fine oltrepassa i confini. Ma i protagonisti non s'incontrano e non si comprendono davvero per quello che sono. L'invocazione a essere conosciuti del salmo 139 con cui si apre il libro sembra quindi restare inesaudita.
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