Non v'impegnerò il cuore. Antonia Maria di Castellamonte nella Torino barocca

Non v'impegnerò il cuore. Antonia Maria di Castellamonte nella Torino barocca

Antonia si sveglia alle prime luci rasserenata dalla visione sognata: la mamma giovane e sorridente che le abbandona la mano, invitandola a correre senza paura sul prato fiorito. "La mamma mi sollecita una decisione", riflette, "ma non mi fa intendere quale sia il prato fiorito. E forse il matrimonio giacché lo è stato il suo?". Ritorna allo scrittoio nella luce ancora scarsa del primo mattino. Riprende in mano la penna, soppesandola lungamente. D'un tratto, stringendo i denti, come le capita nei momenti di maggior tensione, affida al diario la sofferta decisione: "Domenica 14 novembre 1666. Credo che la mamma in sogno mi abbia invitato ad accettare il matrimonio in cui dovrei inoltrarmi come in un prato... sento di doverle ubbidire, anche se non vi troverò dei fiori. Non ho la forza per oppormi. Tutti però dovranno credermi felice, anche mio padre. Ma mi vendicherò del sopruso: non v'impegnerò il cuore".
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