La santa tenebra

La santa tenebra

La santa tenebra: Un libro spassoso ma anche estremamente istruttivo sulla demenza del potere e sulla forza di resistenza dell’ironia e dell’umorismo | Il romanzo trae ispirazione dal periodo trascorso nel gulag dall’autore stesso, uno degli ultimi condannati nella storia sovietica. «Sono stati gli anni migliori della mia vita», racconta con ironia ma anche con verità, perché aggiunge: «Il KGB ha raccolto lì alcune delle migliori persone che potessi incontrare: linguisti, storici, scienziati, scrittori…» Ovviamente i prigionieri del gulag furono, anche negli ultimi anni del regime sovietico “ammorbidito” dalla perestrojka, vittime della fame, delle celle d’isolamento, delle punizioni, ma nonostante questo riuscirono a combattere l’assurdità del sistema di oppressione in mille modi. Organizzavano corsi di lingue antiche, inventavano macchine per spinare il pesce, discutevano della possibilità o meno di costruire un comunismo “buono”, organizzavano gare gastronomiche in condizioni di estrema penuria alimentare… Tutte queste storie tragicomiche mettono in luce l’arbitrio e l’assurdità del potere dittatoriale sovietico. Si ride amaramente quando si legge dell’uomo condannato a cinque anni per aver “ridicolizzato” il potere sovietico per aver calzato stivali vecchi invece di quelli nuovi; o leggendo la storia dell’idiota del paese rinchiuso nel gulag fin dalla fine della guerra mondiale perché i nazisti, avendo trovato solo lui, lo vestirono con un’uniforme nazista e lo nominarono capo del villaggio. Lo stesso idiota che si vantava poi di essere stato lui a piantare la bandiera sovietica sul tetto del Reichstag a Berlino!
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