Siderea Crimina

Siderea Crimina

Padova, inizi del 1610. Grazie al suo cannocchiale, Galileo Galilei è da pochi mesi il primo uomo al mondo ad aver visto com'è fatta davvero la Luna, i satelliti di Giove e che la Via Lattea è un ammasso di stelle. Pubblica il risultato delle sue scoperte nel "Sidereus Nuncius", un volume di una cinquantina di pagine da lui stesso magistralmente illustrate. Sarà il libro con il quale la Scienza moderna entra ufficialmente nella Storia e la cambia per sempre, rivoluzionando una visione dell'universo da millenni inchiodata ai modelli di Aristotele e Tolomeo. In quei giorni Galileo è il professore più conosciuto e ricco dell'Università, Venezia gli ha garantito un vitalizio senza precedenti, conduce una florida impresa familiare, ha molti amici altolocati e non - con cui non risparmia su baldorie e compagnie. Vicino a casa sua abitano la donna che ha amato e i loro tre figli. "I diciotto anni migliori della mia vita", dirà del periodo padovano, che fu anche il più fecondo della sua ricerca scientifica. Eppure, nonostante sia al massimo della fama, stimato e riverito, abbandona città, ateneo, amici e Serenissima Repubblica senza un saluto né una lettera di dimissioni, per non tornare mai più. Una "fuga" rimasta un enigma. Finora.
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