Io, Cecilia

Io, Cecilia

Nell'avvicinarsi alla narrativa, l'autrice, sotto lo pseudonimo di Cecilia, ha scelto un genere a metà tra la saga familiare e il romanzo autobiografico. Episodi relativi alla famiglia materna avvenuti durante le due guerre mondiali, ma soprattutto nel corso dei cambiamenti di mentalità e di gusto relativi al boom economico degli anni '60, anticipano l'autoconfessione, che comprende la sua vita di bambina, di adolescente, di adulta fino alla piena maturità dei giorni nostri. Ma non si tratta, per Cecilia, di scoprire tanto il chi, come, dove e quando delle sue azioni e reazioni passate: questi già li conosce. La sua ricerca è concentrata sugli infiniti perché che hanno generato i suoi comportamenti e di cui sembra rendersi conto soltanto adesso. Romanzo di confessione e di scoperta, dunque, dove due graziosi e seccanti animaletti, il grillo e lo scarafaggio, abitano la sua anima e vivono in un costante dialogo conflittuale reciproco e con la protagonista, che spesso osserva le loro discussioni con ironico e divertito distacco. Un romanzo anche privo di una conclusione ma proiettato verso un futuro che nessuno, tanto meno la narratrice, può conoscere o pronosticare. Gli uomini di oggi, infatti, possiedono un'unica consapevolezza: che ogni giorno è diverso dall'altro e che proprio questo impercettibile mutamento fa impazzire le bussole e gettare i dadi senza potersi attendere un risultato sicuro ma unicamente frutto del caso.
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