Assassine. Il colore dell'innocenza

Assassine. Il colore dell'innocenza

Lena vive in Germania con la famiglia. È solo una bambina ma ha un grande potere, sogna tanto e riesce a controllare i propri sogni. La sua vita è toccata dalla presenza inesorabile della morte e della sofferenza, percepite e rielaborate attraverso la propria fantasia innocente, sul labile confine tra sogno e realtà. Lara è ormai donna e si trova a fare i conti con l'idea di essere in grado di dare la vita. Rivive così il conflitto tra scelte e sensi di colpa, tra l'ossessione della maternità e la reazione del proprio corpo, una delle maggiori preoccupazioni con il marito. Lenora un'elegante vedova, vede invece ciò che è stato e che rimane della propria vita attraverso la finestra del soggiorno appannata dalla pioggia e i ricordi sfuggenti. Da lì si abbandona a una serie di ironiche considerazioni di carattere filosofico e spirituale, che colorano con enfasi le sue ultime conversazioni con la giovane badante Lucia. Tre donne, tre perfette estranee accomunate dai capelli rossi, descritte con sapienza da altrettante autrici.
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