L' ironia delle scelte obbligate

L' ironia delle scelte obbligate

Ricordo mia nonna, stava insieme a mio nonno da sempre. Lui la tradiva regolarmente e lei gli era sempre rimasta accanto. Nel momento in cui lui si ammalò, lei non vedeva l'ora che morisse. Mi ricordo che il medico le disse di somministrargli trenta gocce al giorno di non so quale medicina. Lei non le aveva mai contate, girava la boccetta e, senza mai guardarla, contava: uno, due, tre, quattro... fino ad arrivare a trenta. Contava i secondi, di gocce ne potevano essere scese tre o tremila a lei non importava, sperava che quel vecchio fedifrago la lasciasse libera di fare quello che aveva sempre sognato e che comunque, data l'età, non sarebbe mai riuscita a terminare. Arianna aveva deciso di farmi diventare mio nonno e quel giorno come non mai mi sentivo soffocare.
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