Radice d'ombra

Radice d'ombra

"Radice d'ombra", il titolo di questa seconda raccolta poetica di Roberta Ioli, è anche l'ultima parola del libro, l'ultimo verso che chiude l'ultima poesia, e che coagula il senso di un lungo percorso appunto in questa immagine: "Per riposare la tua stanchezza / nascondi forse in questo tempo / l'infelice regno, e più a fondo scavi / d'ogni cosa creata / la radice d'ombra". Ma il lettore che ha attraversato l'intera silloge coglie in questa espressione l'estrema metamorfosi di una ferita originaria, di un'ombra da cui tutto il discorso è partito, e che appare per la prima volta alla fine del testo proemiale [...]. La poesia non salva nessuno, questo no; ma schiude prospettive di sopravvivenza, aiuta forse ad attraversare il deserto, la nostra "stagione / di scongiuri, stretti / a sorvegliare i lupi attorno a casa". Questa mi pare essere la proposta, quasi umanistica, ma d'un umanesimo insieme speranzoso e disperato, di Roberta Ioli. (dalla nota introduttiva di Fabio Pusterla).
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