Hestia. come sopravvivere alla fine del mondo (o quantomeno del proprio)

Hestia. come sopravvivere alla fine del mondo (o quantomeno del proprio)

Hai vent'anni e una vita davanti. Studi filosofia, sogni il tuo futuro, hai la testa piena di progetti, idee, desideri. Poi, di colpo, tutto si ferma. Il tuo sangue ha deciso di abbandonarti. Lo scopri per caso, un giorno che hai deciso di andare a donarlo. Ma è grazie a questo caso che sei ancora vivo. Debole, ma vivo. Aplasia midollare idiopatica, la chiamano: è una malattia degenerativa del midollo osseo. I medici ti danno dieci anni di vita, a meno di non trovare un donatore compatibile. Una possibilità su 100.000. Disteso sul tuo letto d'ospedale, ogni gesto è difficile, anche solo aprire gli occhi la mattina. Nessuno avrebbe da ridire se ti lasciassi andare. Ma tu cosa fai? Scrivi. Scrivi, per far sapere a tutti che il mondo si è rotto. Scrivi, perché hai sempre pensato che i problemi si possono risolvere solo affrontandoli. Scrivi, perché sei disperatamente convinto che se ognuno facesse la sua parte, anche piccola, il mondo si potrebbe aggiustare. A metà tra il diario e il saggio filosofico, questo secondo libro di Giovanni Spitale è un invito all'azione, che ci ricordi come l'umanità non sarà perduta finché non avremo perduto la nostra umanità.
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